Marina Rota
22/04/2016
Amalia, se Voi foste uomo..., GOLEM ed., 2016
Questa silloge, ispirata al loro bellissimo epistolario, ripercorre, in tredici sonetti, la tormentata liaison fra Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti. Le due eleganti figure del poeta e della poetessa, emblema della sinuosità dello stile Liberty, si incrociano, si avvicinano e si allontanano sullo sfondo della Torino inizio Novecento, percorsa da fermenti artistici e letterari.
Prefazione di Vittorio Sgarbi, note critiche di Claudio Gorlier, illustrazioni di Fulvio Leoncini.
Subito ritrovato il passo di Guido nel calco delle sue orme, con una felicità e una spontaneità impensabili, Marina, in un processo di identificazione, è Guido; vive per lui e in lui.
Marina incarna Guido e Amalia. S'identifica con lui, anche quando parla per lei. Gozzano è un gusto, un punto di vista. Ora sappiamo che Gozzano è vivo e che la sua lingua si può riprodurre. la sua anima è qui; in Marina continua a vivere. Il duplicato, oggi si direbbe il clone, esiste.
Ed è un giorno di festa. (dalla prefazione di Vittorio Sgarbi)
Ascoltando queste poesie declamate dalla sua voce, nel mio salotto- come quelli gozzaniani, così ricco di oggetti e di ricordi-, ho provato la singolare e quasi inquietante sensazione di trovarmi di fronte a sonetti gozzaniani perduti e appena riscoperti, e, nello stesso tempo, a opere poetiche completamente nuove [...]
Si tratta di un accadimento sbalorditivo e simpaticamente inspiegabile, se non col fatto di aver sempre avuto questa sicurezza: Guido Gozzano non avrebbe potuto rinascere che donna (dalle Note di Claudio Gorlier)
Dialoga con l’autrice Margherita Oggero
Letture di Donato Sbodio e Loredana Solaris